venerdì 28 dicembre 2012

Scheda J. J. Bachofen






Johann Jacob Bachofen   La dottrina dell’immortalità della teologia orfica   Milano, BUR, 2003



P. 62 : gli elementi dell’interpretazione dell’immagine sono tratti dai neoplatonici, qui in particolare Proclo ( commento al Timeo ).
P. 63 NB : “ la santità del numero quattro, questa fonte dell’eterno fluire della creazione, secondo la dottrina pitagorica. “ Vedi anche Fabre d’Olivet.
P. 64 : fonti citate Plutarco, Eraclito, i pitagorici, i misteri orfici. In seguito notare la tripartizione di Psiche ( sole, luna, oceano ) secondo un’impostazione platonica che però richiama nel lettore moderno quella di Freud : super io, io ed es.
P. 69. Per l’interpretazione del vaso una fonte spesso citata è Proclo.
P. 70. Citata la concezione pitagorica del cosmo riposante in seno all’infinito. Le idee di seguito sono di origine chiaramente platonica, ma anche per Platone il punto di partenza è l’antica visione del mondo orfico-pitagorica.
P. 72-73. Sileno ( cfr. Rohde pag.428 ), custode della sapienza originaria. Vedi per questo Nietzsche, La nascita della tragedia, dove riprende questo significato della figura di Sileno.
P. 74. L’interpretazione del simbolo di Mercurio ( il fiore ) può essere applicata al Tetrabiblos di Tolomeo. E infatti  ( pag. 75 ) : “ L’origine del simbolo canosino sta quindi in quella speculazione egizia colma di dottrina astronomica segreta che da un lato venera in Ermete la fonte di ogni superiore sapienza misterica, dall’altro venera nel fiore del loto, corrispondentemente ai sistemi asiatici, la quintessenza di ogni speranza di vita e salvezza dopo la morte, e la cui affinità all’orfismo è infine testimoniata anche da Erodoto.”
P. 79 : per l’interpretazione del culto orfico derivato da quello dionisiaco, ma ad esso superiore in quanto misura e freno dell’irrazionalità selvaggia del culto tracio di Bacco, vedi Rohde, Psiche, pag. 303. Il Rohde risente dell’influsso del Bachofen come di quello di Nietzsche.
P. 81 : notisi l’importanza data alla rivelazione divina dei misteri pitagorici.
P. 82 : “ … a Dioniso, al nuovo Zeus, secondo la dottrina orfica l’ultimo reggitore del mondo.“ Anche questa affermazione è importante per il Nietzsche.
P. 84 : per la tripartizione dell’essere umano vedi anche Fabre d’Olivet e Schuré ( I grandi iniziati ).
P. 84 : “ Luna e Psiche … entrambe nature mediane tra le cose più elevate e le più basse, mescolanze delle sfere superiori e inferiori … “ cfr. G. Reale, Per una nuova interpretazione di Platone, pag. 596 circa. La Luna è la sede della Fortuna ( Tuch ), vedi cap. 9 di Sugli dei e il mondo di Salustio ( IV sec. d. C. ), maestro di teologia pagana di Giuliano l’Apostata.
P. 90 : “ le isole dei beati nella luna e nel sole “ affermazione pitagorica in seguito alla riforma orfica della religione, vedi Rohde, Psiche, pag. 65.
P. 90 : “ misticismo pitagorico … respinge la teologia ellenica … come falsificazione della religione antica.”
P. 91 : affermazioni importantissime che collegano le tesi di Bachofen con quelle di Schuré e di d’Olivet. Tra esse appare fondamentale quella che fa di Pitagora il mediatore fra Occidente e Oriente e del pitagorismo la dottrina greca più intessuta di elementi asiatico-caldei ed egiziani.
P. 93-94 a proposito del Somnium Scipionis cfr. la Divina Commedia e l’interpretazione che ne dà René Guénon in L’esoterismo di Dante.
Per quello che Bachofen scrive a pag. 95-96-97 vedi Teeteto, 153 d, laddove è citato Omero, in trad. : “ … finché esiste l’orbita dell’universo che si muove e anche il sole, tutte le cose esistono e si mantengono tra gli dei e per gli uomini, ma se tutto questo si arresta, come avvinto nei ceppi, ogni cosa andrebbe in rovina e tutto … finirebbe sottosopra ? “ cfr. Omero, Iliade, XIV, 201. Omero sembra consapevole della verità di ciò che è la cosiddetta tradizione orfica.
P. 99. A proposito delle porte del sole cfr. Parmenide, Sulla natura, v. 11, e la diversa prospettiva in cui sono colte le religioni “ di fondamento astrale “ rispetto alle considerazioni che ne fa il Frazer.
P. 100. Citazione dai Versi d’oro di Pitagora ( vedi anche Fabre d’Olivet ).
P. 104. Interessante l’affermazione della continuità del pensiero orfico-pitagorico in Platone, nei medio-platonici ( Plutarco ) e nei neo-platonici ( Macrobio ) : la continuità di una tradizione = la philosophia perennis.
P. 104. Ribadisce la continuità della tradizione orfica da Pitagora, rinnovatore di essa, sino a Macrobio, autore della tarda antichità. Per l’esistenza di una tradizione di pensiero orale ( tradizione indiretta ) vedi Giovanni Reale, Per una nuova interpretazione di Platone, dove si sostiene per l’appunto la presenza nella scuola platonica di questo insegnamento esoterico continuato nella scuola di Aristotele e oltre.
P. 115. Fa derivare la descrizione dell’antro delle ninfe nell’Odissea e il simbolismo quivi nascosto dalla “ cultura preellenica che ebbe il proprio centro religioso e perciò spirituale nel più antico orfismo e nelle sue scuole sacerdotali di canto. “ Poco prima parla dell’influsso della rivelazione saturnia ( vedi Plutarco, De facie in orbe Lunae ) e quindi dell’influsso della religione cartaginese, o fenicia o “pelasgica” per dirla con Michelet ( Storia di Roma, primi capitoli, origine di Roma e influsso etrusco ). Rohde non giunge a tanto, però anch’egli sottolinea l’origine dell’orfismo da una sorta di riforma del dionisismo e l’importanza determinante della scuola di Pitagora, che era in Italia, terra, si noti, come afferma Michelet, dove si praticava il culto pelasgico e “saturnia” per eccellenza. Vedi J. Michelet pag. 37 “ I Pelasgi “ (anche circa la storia di Troia e l’influsso dei Pelasgi in Italia ).
P. 115 : contrariamente al positivista Rohde, Bachofen ritiene il neoplatonismo e neopitagorismo come una manifestazione del più antico spirito religioso ellenico e non affatto il marchio della degenerazione di un’epoca tarda e decaduta.
P. 117. Pitagora riformatore ispirato ai culti orientali, rigenerò la vita religiosa e spirituale dell’Occidente. Importanza dell’astronomia ( astrologia ) antica per lo sviluppo dello spirito religioso.
P. 118 : “ Nello spirito … possediamo la potenza dell’autodeterminazione “, vedi Fabre d’Olivet, Histoire philosophique du genre humain, pag. 17-18, considerazioni sulla sfera volitiva o quarta sfera della costituzione metafisica umana. La volontà, il libero arbitrio sono concepiti come la manifestazione più alta della origine divina dell’uomo in ambedue gli autori.
P.122. Contrariamente al Rohde, Bachofen sembra credere che il dionisismo tragga origine dall’orfismo e non viceversa.
P. 129 : definisce Proclo “orfico”.
P.130. Motivo orfico della palla o sfera. Il simbolo dell’uovo mistico si riferisce all’esistenza ultraterrena. Suo influsso sul Cristianesimo e quindi ovviamente permanenza nel tradizionale uovo pasquale ( gioco della palla nel coro della cattedrale di Auxerre, nel XV sec. ).
P. 134. Per l’immagine dello specchio è citato il III e il IV libro di Plotino.
P. 138. Platone : “ il canto dei mondi è per lui canto delle Sirene “. Vedi significato del simbolo delle sirene per Omero ( Odissea, XII ).
P. 140. La scala : “ tradizione ebraica della scala celeste “ qui il simbolo riceve il suo vero significato.
P. 146, NB : “ la frequente comparsa di figure etiopiche nel mondo sepolcrale ha un legame con l’intero sistema di fede nel senso del romanzo religioso di Eliodoro. “
P. 147, NB : la Vergine ( Maria ) è equiparata alla luna.
P. 148. Significato del simbolo della sfinge. Tutte le divinità femminili greche ( Artemide, Demetra, Persefone, Afrodite ecc. ) sono figure lunari, simboli antropomorfici della luna.
P. 150 “ … i numeri, che secondo la dottrina orfica sono più antichi e originari dell’anima del mondo … “ cfr. G. Reale, Per una nuova interpretazione di Platone, pag. 588 ( la posizione intermedia dell’anima ).
P. 167 “ Il maestro del mondo occidentale ( Orfeo ) non è che l’eco di precedenti sistemi orientali, dai quali è nato lo stesso simbolismo. “ Vedi anche le successive considerazioni.
P. 173. Si comprende da queste pagine come il Dioniso di Nietzsche non sia altro che il dio del sesso che dà la morte e la vita, e quindi non capisco perché negare la sifilide del filosofo, pienamente coerente e, credo, causa stessa della sua visione del mondo.
P. 174. Dioniso, dio del movimento, cioè della vita ( cfr. Platone, Teeteto, 153 a ) ma anche dell’inganno dei sensi, nella furia del godimento sensuale sembra abbassarsi in epoca moderna al mito di Don Giovanni, che è in fondo un Bacco in abiti civili.
P. 180 “ Così, la divinizzazione della vita sensuale termina nell’apoteosi della follia “ : queste considerazioni si addicono perfettamente al comportamento di Nietzsche a Torino ( cfr. Verrecchia ), il quale appunto mise in caricatura se stesso come dio.
P. 181. Dioniso è il sole materiale, che illumina la terra, sole dell’emisfero inferiore, Apollo è il sole divino del cosmo uranico, sole dell’emisfero superiore. Considerazioni molto interessanti. Vedi Macrobio, Saturnali, 1, 18, 8 : “ … sol, cum in supero id est in diurno hemisphaerio est, Apollo vocitetur, cum in infero id est nocturno, Dionysus qui est Liber pater habeatur. “ cfr. Plutarco, De E apud Delphos, 388f-389b.
P. 203. Il corpo di pesce attribuito a figure mitologiche sulle lucerne o sui sarcofagi è un simbolo della vita divina ultraterrena. Cfr. la divinità sumerica-babilonese di Oannes ( in Berosso ), e vedi G. Pettinato, I Sumeri, Milano, Rusconi, 1994, pag. 78 ( traduce da Berosso, libro II di Babiloniakà ). Oannes è un essere divino e saggio dalla testa umana ma dal corpo di pesce che insegna agli uomini e trasmette loro i primi elementi della civiltà. G. Hancock trasforma questa figura in un presunto esponente della mitica città di Atlantide, non accorgendosi che si tratta di un simbolo. E’ la divinità che ha reso civili gli uomini. Ma questo significa anche che i simboli dei quali si serve l’orfismo sono più antichi dell’orfismo stesso e fanno parte della comune cultura delle civiltà mediterranee e del Vicino Oriente ( Fenicia e Caldea ).
P. 205 : l’idea oceanica ( isola del Beati, mondo ultraterreno ) in Omero, Esiodo, Pindaro ( Odissea, 4, 561, Opera et dies, 170 segg., II Olimpica, 71 segg. ). NB : l’isola dei Feaci rappresenta l’isola dei morti, le fanciulle e Nausicaa giocano a palla ( simbolismo della sfera : significato uranico, vedi pag. 130 uovo pasquale ). Le navi dei Feaci conoscono la patria di ogni mortale e riconduce una di esse Odisseo ad Itaca nel porto di Forco dove è l’antro delle Ninfe ( vedi Porfirio, L’antro delle Ninfe ).
P. 213. Simbolo uranico della barca ( cfr. religione egizia ) : Caronte.
P. 214. Dottrina dell’origine dell’anima dall’acqua : cfr. I Presocratici, vol. I, Laterza.
Mia considerazione : i miti sono come geroglifici con i quali gli antichi hanno voluto comunicare le loro conoscenze, bisogna saperli decifrare. Per questa considerazione tieni presente il Vico, Scienza nuova, vedi “ Idea dell’opera “ e pag. 269, Utet ( linguaggio dell’antica teologia ).
P. 218 : NB simbolismo del pesce : “ l’anima stessa appare in forma di pesce “. Ricordare il pesce come simbolo cristiano.
P. 220 : Bacco simboleggiato dal toro o rappresentato sopra il toro, generalmente animale associato a Poseidone. Ricordare il toro adorato dai Liguri sul monte Bego ( Bekkos, forse Bacco ? ).
P. 221. NB : carattere preellenico della fede mistica orfica. Cfr. Platone, Timeo : il sale. Importanza dell’età di Crono ( pag. 222 ).
P. 224 : quadri dell’esistenza ultraterrena in Omero, IV Odissea; Pindaro, II Olimpica; Virgilio, VI Eneide; Tibullo, III elegia, I libro; Claudiano, II del Ratto di Proserpina.
P. 242. Lo sviluppo dell’idea orfica viene considerato in una direzione esattamente contraria a quella che traccerà Rohde. Qui si parte dalla pura concezione uranico-orfica per arrivare alle isole dei beati o al paradiso terrestre, in Rohde invece si parte dalle isole dei beati per arrivare agli orfici e ai platonici.
P. 246 : idea della “metra” o matrice o madre universale, rappresentata con un infante ( umano o animale ) cfr. Mater matuta. NB la lupa che allatta i gemelli : simbolo funerario = idea della rinascita dopo la morte.
P. 249 : la posizione fetale degli scheletri nelle tombe dei Celti confermerebbe l’idea in una rinascita alla vita dopo la morte. Stessa concezione pare avessero anche gli Etruschi : tombe di Marzabotto dalla forma di “uterus plenus”.
P. 269. Le considerazioni di Bachofen sul mito di Demetra e Core sono rivolte al lato spirituale del culto e non a quello semplicemente materiale come mostra di fare il Frazer. In questo senso la religione degli antichi assume un ben diverso rilievo e ai nostri occhi un’importanza crescente.
P. 277. NB : “ Il fanciullo Iacco viene rappresentato come Zagreo risorto … l’idea mistica della resurrezione delle anime. “
P. 281 : “ … mela, il frutto dell’albero della vita nell’Elisio. “
P. 288. Tendenza fondamentale dell’orfismo all’unione onnicomprensiva di tutti gli dei. “ La legge suprema del cosmo, la cooperazione armonica dei corpi celesti, è anche la legge degli dei orfici. “
Questa concezione si concilia pienamente con quella di Platone e dei suoi discepoli.
P. 301-02 e seg. : espone con grande acume le posizioni dell’accademismo scolastico, di cui più tardi anche il Rohde mostra di condividere l’opinione di fondo. Il misticismo sarebbe il frutto del tardo ellenismo, contrapposto alla sana e materiale epoca omerica e classica, tutta forza e corpo, in quanto consapevolezza del proprio indebolimento e incapacità di affrontare la vita senza timore e così la morte. Ma Bachofen, a mio parere giustamente, contesta questo punto di vista che, sottolineando troppo la prepotenza della fisicità e dell’umano, si rivela in fondo profondamente irreale e disumano.
P. 313. Molto interessante l’affermazione secondo la quale il misticismo orfico trae origine da culti del mediterraneo antico orientale, precisamente da culti cretesi e asiatici ma anche egizi, es. Zagreo ( Adone-Attis-Osiride ). E’ molto importante ( pag. 311 ) l’espressione “eroi della luce” che richiama alla mente un’analoga definizione degli Esseni. Il più antico cristianesimo sembra avere dei punti di contatto con questo orfismo originario.
P. 312. Il bios orfikos come vita eroica. L’iniziato ha una vocazione eroica. “ La perfezione del corpo è immagine della bellezza spirituale alla quale l’iniziazione solleva. ”    

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