Come
l'ombra s'avvolge del tramonto
fluttua
memoria che s'abbraccia al fuoco
quasi
legna che bruci. Io non ora,
non
più trattengo una pallente vista
né
di porpora o d'oro, ma già sento
muovere
verso il fiume la nera
culla
di Caronte al notturno sole
che
stride già qual ferro di fucina.
Un
altro mondo, forse. E questo
non
è che un sonno
occorso
in un sognare torvo
dietro
le trame dei giorni annerite
in
un rovo che involge
una
fuga di brame.
Tu
non sai, non chiedere.
Presto
la notte ci coglierà con le stelle
oltre
il sonno del sole.
Sentiremo
allora l'amaro e il dolce,
cercheremo
l'oblio.
Sulle
rughe di un mare di bronzo
ondeggerà
la vela all'ultimo respiro,
si
volgerà alle terre lontane,
perduta
nel suo desiderio.
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