giovedì 11 ottobre 2018

La Grande Natura onnipossente








Gli occhi splendevano d'un azzurro intenso, come quando l'aveva scorta meravigliato sul colle panoramico della Villa Iovis a Capri. Splendeva il sole di mezzogiorno e lei riluceva d'una gioia intensa dinanzi allo spettacolo di quel mare infinito e divino. Così nel ricordo ascendeva con lei nei cieli della luce e i capelli di lei irradiavano la bellezza della donna.
I suoi occhi, i suoi capelli, il suo corpo di vergine agile e slanciata come daina che fugge nella foresta, i suoi occhi come il mare d'estate, colmi di vita, immortali. Ella ascendeva nell'abbraccio della memoria, verso il cielo, bella come una vergine, eterna.
E ora come non mai la Natura gli comunicava la sua voce molteplice e pure una, e gli diceva : “ Vedi che ogni creatura anela alla vita, aspira all'eterno, all'infinito ?  Colma i tuoi occhi dell'azzurro sconfinato, della luce del cielo e del mare, perché da un infinito coro luminoso tu provieni, come ogni creatura, e ad esso aneli tornare. Dell'infinito coro luminoso tu sei un anello, l'anello dell'infinita catena delle creature, che salgono e scendono e che desiderano tornare alla felicità perduta. Anche tu riunisciti a questo coro, salda la tua mano nell'altrui mano e danza nell'eterno inno della gloria ! “
Potentemente e prepotentemente lo chiamava a sé la Grande Vita. Ed egli si sentiva trascinato per l'interminabile sentiero arborato, dove il sole del pomeriggio filtrava i suoi raggi tiepidi, colore del rame, a posarsi sui suoi passi, che avanzavano sopra gli aghi secchi dei pini e l'erba fiottante del suolo e crespa, disseminata di pietre e di rami sottili.
Un silenzio procombeva, misteriosamente denso di suoni. La solitudine lo chiamava a sé, come un tempo. La solitudine, ch'egli aveva eletto a sua patria.
Verso le nubi sorgeva, avvolto in parte da nebbie lucenti, l'alto torrione della montagna e in basso, a perdita d'occhio, si estendeva la selva, come un coro di voci tumultuante e sommesso, disperso nel cielo sconfinato ed azzurro.
La Grande Natura onnipossente dormiva. E soltanto tremava sulla sua pelle l'alito del vento su per le pendici.

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