giovedì 14 giugno 2012

Achille Campanile







Achille Campanile, Se la luna mi porta fortuna, Milano, Treves, 1927



Dal capitolo I :

E' un peccato che lo spettacolo della levata del sole si svolga la mattina presto. Perché non ci va nessuno. D'altronde come si fa ad alzarsi a quell'ora? Se si svolgesse nel pomeriggio o, meglio, di sera sarebbe tutt'altro. Ma così come stanno le cose, va completamente deserto ed è sprecato. Soltanto se un geniale impresario lo facesse diventare alla moda, vedremmo la folla elegante avviarsi di buon'ora in campagna per occupare i posti migliori; in questo caso, pagheremmo persino il biglietto, per assistere alla levata del sole, e prenderemmo in affitto i binocoli. Ma per ora allo spettacolo si trova presente qualche raro zotico che non lo degna nemmeno d'una occhiata e preferisce occuparsi di patate, o di pomodori.

E non soltanto gli uomini si disinteressano di questo spettacolo, specie dopo che i selvaggi adoratori del sole sono stati convertiti, ma anche le bestie. Qualcuno crede che il gallo saluti la levata del sole. E' un errore. Il gallo canta nel cuore della notte per ragioni sue, o, se crede di salutare la levata del sole, vuol dire che non ha la più lontana idea dell'ora in cui il sole si leva. Le altre bestie a quell'ora dormono, o se sono sveglie, brucano l'erba, o scorrazzano per i prati, o vanno a caccia, o fanno toletta, e s'infischiano della levata del sole. Non parliamo poi dei pesci che, di solito, se ne stanno tranquillamente sott'acqua. Loro non li smuovono nemmeno le cannonate; crolli il mondo, non c'è caso che s'affaccino per vedere che cosa stia succedendo. Bisogna tirarli fuori con le reti. Si penserebbe che gli unici a fare onore allo spettacolo siano gli uccelli coi loro canti, ma nemmeno per sogno. Gli uccelli cantano a tutte le ore e non si occupano affatto della levata del sole.

(Ma come sono stupidi gli uccelli! Non sanno fare altro che cantare. Si svegliano la mattina e il loro primo pensiero e di mettersi a cantare. Al tramonto, li trovate ancora che volano intorno alle vecchie torri e cantano. Ce ne sono di quelli che, invece di dormire, stanno tutta la notte sugli alberi a cantare, anche se nessuno li ascolti. Qualcuno passa la notte a fare sempre lo stesso verso e, peggio, qualche altro passa la notte a rifare questo verso, a cento passi di distanza. Li chiudete in gabbia e cantano, se la gabbia è appesa al davanzale, o se è dentro casa; volano in mezzo al cielo e cantano, vedono arrivare i cacciatori, coi fucili, i cani e i carnieri pronti, e cantano; quando hanno fame cantano e quando hanno mangiato cantano. E' impossibile farli tacere con le buone o con le cattive. Non ci si riesce nemmeno con le schioppettate.)

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