martedì 25 giugno 2013

Scheda Giuseppe Rovani









Giuseppe Rovani    La giovinezza di Giulio Cesare      Torino, Messaggerie Pontremolesi, s. d.
                                                 ( 1873 )



Edizione conforme, tranne il preludio che è stato tralasciato, all’originale del 1873.
Il romanzo è decisamente scritto in fretta e male in alcuni punti.
Cap. I, fonte principale dell’opera : Plutarco ( Vite parallele ). Pag. 29, si accenna a John Martin ( Il festino di Baldassarre, vedi Pittura romantica di Marcel Brion, Istituto italiano d’arti grafiche, 1968, pag. 33 ). Pag. 30 : gusto dell’accumulazione. Pag. 31 : si riporta una notizia contenuta al principio della vita di Silla di Plutarco. Ibidem : appare per la prima volta Giulio Cesare ( su un cavallo nero, anch’egli vestito di nero ). E’ evidente la identificazione di Cesare con l’eroe romantico. Qui addirittura Cesare ha caratteristiche byroniane, è una sorta di Cesare-Byron.
Pag. 43 ( cap. II ) : accostamento tra la figura di Cesare e quella di Byron. A proposito del volto di Cesare, il suo labbro sensuale : “ Pareva il labbro di lord Byron, questo Cesare non riuscito, come Champagny ebbe già a definirlo. “
Pag. 47 : Cesare ricorre agli usurai per mantenere tra i debiti il suo alto tenore di vita.
Pag. 52 : si accenna ad un famoso collezionista di opere d’arte ( ladro ) romano : Verre ( afflitto da una mania, il collezionismo di opere d’arte e di gioielli, propria del dandy )[i]. Pag. 71 : si accenna alla donna fatale, Sempronia, “ il Catilina del suo sesso “. Pag. 79 : entra in scena Marco Tullio Cicerone ( nel cap. precedente, III, l’autore ha dipinto il ritratto di Catilina e di Sallustio ). Pag. 81 : entra in scena Clodio ( fratello di Clodia-Lesbia ). Pag. 86 : si accenna di nuovo a Byron paragonandolo a Cesare. Pag. 93 : si paragona Sempronia a Semiramide.
Per quanto riguarda lo stile si tratta indubbiamente di stile aulico ( vedi perciò il romanzo di fine settecento del Verri, Le avventure di Saffo, poetessa di Mitilene ). E’ altresì presente un estetismo di origine neoclassica, ma con caratteristiche proprie anche del Romanticismo, come nella seguente descrizione ( pag. 108 ) : “ … la parte inferiore era in ombra, spiccando netta la superiore, la quale pareva uscire, come di soppiatto e sospettosa, da una selva densissima di capegli a larghe anella, che, al par di quelli che si vedono nel busto di Lucio Vero, aveano la loro radice a mezza fronte, e insieme coi sopraccigli congiungentisi fitti all’inizio della linea nasale, davano un aspetto terribilmente fantastico a quella testa giovanile, … “
Pag. 136 : l’autore fa menzione del pittore neoclassico Sabatelli. Su Rovani vedi Il romanzo di A. Albertazzi, pag. 279, il quale afferma che la novità di Rovani consiste negli scenari, veri e propri quadri di vita antica.
Pag. 148 : anche qui fa riferimento a un quadro o a un gruppo statuario imprecisato dal titolo neoclassico di “ Le Ore in ritardo “.
Cap. VII e VIII : sia Cetego che Catilina hanno connotati da superuomo. L’umanità rappresentata da R. in questo romanzo è in effetti tutt’altro che corrispondente a un tipo umano reale e naturale, ma piuttosto si tratta di figure di statuaria esemplarità, agitate da passioni teatrali ed estreme.
Pag. 169 : la cena nel palazzo di Lucullo. L’autore impartisce una lezione di vita romana, dando informazioni sui vasi di pietra murrina, sul modo di disporsi nel triclinio, descrivendo gli oggetti e le suppellettili di lusso e la storia dei secoli seguenti nella rassegna dei vari personaggi partecipanti al banchetto.
Pag. 197 e segg. ( cap. X ) : “ I giuochi del Circo Massimo “. Sfoggio di erudizione.
Pag. 226 : Cesare-Don Giovanni. Il protagonista viene descritto come un autentico Don Giovanni antico, avvezzo alla conquista del gentil sesso e abituato alla vittoria, insensibile nei confronti della consorte Cornelia, che per altro è già la sua seconda moglie.
Pag. 261, cap. XIII, altro esempio di gusto per l’erudizione. L’autore discetta sulla patria potestà.
Pag. 281 : si nomina Precia, citata nella vita di Lucullo di Plutarco. Evidentemente Rovani ha letto anche questa biografia oltre a quella di Cesare.
Parte seconda, cap. VI, pag. 49 segg., entra in scena un’altra donna fatale : Fulvia.
Cap. X, pag. 89. Ormai terminata in una strage presso Perugia la congiura di Catilina, l’attenzione del narratore ritorna su Cesare, che viene colto in un evidente atteggiamento da Don Giovanni : “ Un dì, recandosi egli a visitar Pompeo reduce dalla guerra mitridatica, vide seduta accanto al Magno eroe la sua figliuola maggiore, al cospetto della quale, forse perché soffiava dal Porto d’Ostia il vento d’Africa, di repente sentì infiammarsi il sangue. “
Pag. 93 : primo accenno a Clodia, la Quadrantaria : “ Codesto soprannome di Quadrantaria, dato alla sorella di Clodio, era di turpissima origine. Derivava dalla parola quadrante, la più vile moneta di Roma; e con ciò i libertini ozianti nelle terme, ad esagerazione di maldicenza, volevan significare come Clodia, ad onta dell’alto casato e delle ingenti ricchezze, fosse immonda di tanta avarizia quanto lo era di lussuria, onde, all’uopo, trafficavasi per un quadrante. “ [ii]
Cap. XVII, pag. 164. Breve ritratto di Clodio : “ E poco dopo entrò anche Clodio, fiero e provocante nell’incesso, infiammato negli occhi : e pareva Apollo sagittario, quando dall’arco suonante vibrava saette pestifere a contaminare il campo argivo. “
Cap. XXII, pagg. 232-233. Cesare viene paragonato a Napoleone ( qui sarebbe interessante consultare il Caesar di F. Gundolf ).       

   


[i] Cfr. Cicerone, In C. Verrem actio prima, cap. 5 : “ … etiam delubra omnia sanctissimis religionibus consecrata depeculatus est, deum denique nullum Siculis, qui ei paulo magis adfabre atque antiquo artificio factus videretur, reliquit. “ Per quanto riguarda l’eccentricità abbiamo esempi in Macrobio Saturnali, II, 4, 22 : “ Curtius eques Romanus deliciis diffluens, cum macrum turdum sumpsisset in convivio Caesaris, interrogavit an mittere liceret. Responderat princeps : Quidni liceat ?; ille per fenestram statim misit. “ Saturnali, III, 13, 1 : riferisce alcuni aneddoti sulla eleganza maniacale di Ortensio Ortalo, “ … vir alioquin ex professo mollis et in praecinctu ponens omnem decorem … “, tanto da citare in tribunale per ingiuria un collega perché, passando per uno stretto vicolo, gli aveva mosso una piega della toga, facendola spostare dalla spalla.
Nello stesso luogo è citato il lusso smodato di Metello Pio ( fonte Sallustio ) che in Spagna si faceva adorare e, quando si adagiava a banchetto, una statua della Vittoria calata dall’alto gli poneva sulla testa una corona e al suo arrivo si spargeva incenso come a un dio.
Anche Aulo Gellio ( Notti attiche, V ) riferisce che Demostene vestiva in modo troppo ricercato e aveva un comportamento femmineo e che allo stesso modo Ortensio si vestiva e atteggiava tanto da essere chiamato Dionisia da un certo ( zotico ) Torquato. Dionisia era il nome di una ballerina.
[ii] A proposito di Lesbia-Clodia cfr. i versi di Giovenale, Satira VI, 7-8 :
“ … nec tibi, cuius
turbavit nitidos extinctus passer ocellos “
paragona la donna primitiva alle matrone odierne e dice che certo le antiche non erano simili alle moderne. Questa è una conferma ulteriore della cattiva fama di Clodia, la Quadrantaria.

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