Carlo Goldoni Don
Giovanni Tenorio ossia il dissoluto
in Collezione completa delle commedie del signor Carlo Goldoni. Tomo XV
in Venezia nella stamperia di Giuseppe Molinari a spese di Gaetano Martini,
1817.
Don Giovanni reduce da un assalto di briganti, privo di
tutto il necessario, incontra la contadina Elisa e naturalmente la seduce
all’istante. Le promette la ricchezza e la nobiltà, sono questi i principali
mezzi di persuasione. Don Giovanni appare dunque innanzi tutto come un corruttore.
Elisa pensando all’amato Carino esclama :
“ … Ama la donna
Più dell’amante suo, la sua fortuna. “
Circostanza strana : siamo in Spagna in un non ben definito
Seicento, ma si giura per gli dei pagani e le foreste sono abitate dalle ninfe.
NB. I versi seguenti della scena XIV, atto terzo, sono
reminiscenza di alcuni versi di Albio Tibullo, elegia IV, vv. 23-24 :
“ D’irato amante i giuramenti audaci
Giove non ode, e van dispersi al vento. “
e Tibullo :
“ Gratia magna Iovi : vetuit pater ipse valere,
iurasset cupide quicquid ineptus amor, … “
Atto V, scena I ( pag. 65 ). Don Giovanni si rivela misogino
:
“ … Voi pretendete
Donne superbe incatenar gli amanti,
E ridere al lor pianto, e impunemente
Negar pietade a chi piagaste il cuore.
Barbara verità ! Costume ingrato ! “
Notare questa affermazione di F. De Sanctis nella sua Storia
della letteratura italiana, I, pag. 267, a proposito del Decamerone : “ …
niente è più comico che una società spensierata e sensuale, da cui escono i
tipi di Don Giovanni e di Sancio Panza. “
Atto V, scena VIII : morte di Don Giovanni. L’empio è colto
da disperazione e bestemmia gli dei e il cielo, nonostante le esortazioni del
pastore Carino ( “ Pentitevi di cuor. “ ). Dopo la sfida di Don Giovanni ( “
Deità menzognere, il vostro braccio – Sfido a vendetta … Se giustizia è lassù,
fulmine scenda, - Mi colpisca, mi uccida, e mi profonda – Nell’inferno per
sempre. “ ) un fulmine lo incenerisce e lo sprofonda sottoterra.
Cfr. Giovanni Macchia, Vita avventure e morte di Don
Giovanni, Milano, Adelphi, 1991. A pag. 36 si accenna ad Ovidio come
esempio ( peraltro non condiviso dall’autore ) di Don Giovanni ante litteram.
Pag. 45 “ Tout le plaisir de l’amour est dans le changement “. “ … potremo dire
che il dongiovannismo è una protesta dell’istinto contro l’interdizione
proclamata dalle leggi; o addirittura contro Dio. … Nasce cioè dal bisogno della trasgressione,
della violazione, dalla rivolta, e crea un fuorilegge. “ Pag. 73 : “ E’
l’incoscienza, la forza tutta terrena di Don Giovanni, che non cede dinanzi al
sovrannaturale, chiusa com’è entro il certo, la materia, il credibile, il
senso. “
Cfr. anche L’innocente di G. D’Annunzio. Tullio
Hermil è il tipico dongiovanni intellettuale e Giuliana, la moglie, è una
Elvira che soffre in silenzio. A un certo punto il protagonista pensa : “ Io
credevo che per me potesse tradursi in realtà il sogno di tutti gli uomini
intellettuali : essere costantemente infedele a una donna costantemente fedele.
“ ( pag. 88, Milano, Mondadori, 1991
).
Molière, Le
festin de pierre ( Paris, Delarue, s. d. tome III ), parla don Juan, pag.
204 : “ Les inclinations naissantes, après tout, ont des charmes inexplicables,
et tout le plaisir de l’amour est dans le changement “. Si augura come
Alessandro che vi siano altri mondi per estendervi le proprie conquiste
amorose.
Cfr. Giovanni Macchia, Tra Don Giovanni e Don Rodrigo,
Milano, Adelphi, 1989. Pag. 156 : “ Il Don Giovanni ( di Mozart ) è un’opera
notturna. Di notte si svolgono le macchinazioni amorose … “. Cfr. il tentativo
di rapimento di notte da parte dei bravi di Don Rodrigo della buona e
perseguitata Lucia, simile in questo alla Justine del De Sade come Don Rodrigo
è assimilabile alla figura di Don Giovanni. Pag. 166, a proposito di Don
Giovanni si parla del conflitto col padre. Vedi l’atteggiamento di Julien
Sorel, ne Le Rouge et le Noir di Stendhal, nei confronti di suo padre.
J. Sorel può essere accostato anche alla figura di Don Giovanni, per le sue
numerose conquiste femminili. Pag. 167, la figura di Don Giovanni è considerata
“ una delle incarnazioni prepotenti di una società corrotta “. Quindi il
riferimento a Don Rodrigo. Pag. 174, Fra Cristoforo, dopo la scena del convito
nel palazzotto di Don Rodrigo, viene paragonato, nel suo colloquio col signorotto,
al Commendatore nel convito del Don Giovanni di Mozart, in quanto
giudice del comportamento di Don Rodrigo ( l’accostamento mi sembra un po’
azzardato ).
Vedi Ernst Theodor Amadeus Hoffmann, Racconti fantastici,
Milano, Peruzzo, 1986. Interessante il racconto “ Don Giovanni “, citato da G.
Macchia in Vita, avventure e morte di Don Giovanni. Ecco a pag. 143 la descrizione del personaggio
reso celebre da Mozart : “ Don Giovanni si libera del mantello e rimane
splendidamente vestito di rosso velluto strappato e ricamato d’argento. Una
figura forte e magnifica : il viso è virilmente bello; un naso sublime, occhi
perforanti, soffici labbra; uno straordinario gioco di muscoli sulla fronte
sopra le sopracciglia, fa scorgere nella fisionomia per alcuni secondi qualche
cosa del Mefistofele che, senza rubare bellezza al viso, fa suscitare un
brivido involontario. E’ come se potesse imitare la magica arte ipnotica del
serpente a sonagli; è come se le donne da lui guardate non possano più
lasciarlo e, prese da una forza sinistra, debbano loro stesse completare la
loro rovina. “
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