Paul
Bourget, Cosmopoli (1892), Firenze, Salani, 1930
Dialoghi da scena di
teatro, personaggi fortemente tipizzati, la cui psicologia si ricava
dalla descrizione del loro aspetto e dai discorsi che fanno come
rivolti a un uditorio.
P. 36-37, Dorsenne
il romanziere gentiluomo, ironico e fatuo, assomiglia molto ad Andrea
Sperelli ne Il piacere (1889) di D'Annunzio. Inoltre il
romanzo è ambientato a Roma, la Roma di Sperelli, quella barocca dei
papi e quella elegante delle dame.
Il romanzo è
abbastanza superficiale, ma brillante e scritto molto bene, per la
convenzionalità dei personaggi e delle situazioni si può accostare
a quelli del nostro A. G. Barrili, ma è decisamente superiore per
l'analisi e la finezza introspettiva.
P. 42, l'aspetto
fisico di Dorsenne assomiglia a quello di Claudio Cantelmo ne Le
vergini delle rocce di D'Annunzio. Viene infatti paragonato a un
bruno monaco spagnolo dimagrito dall'ascetismo, dal colorito
olivastro, proprio come Cantelmo. E' un dilettante di sensazioni,
vuole “rendere intellettuali delle sensazioni vive” (p. 43).
P. 45, sempre a
proposito del giovane scrittore si parla di “epicureismo
cerebrale”, avvicinandolo molto al Des Esseintes di Huysmans. Altro
rilievo, alla Andrea Sperelli : “L'eccesso della riflessione veniva
sempre a corrompere o a distruggere la sua innata sensibilità …“
P. 66-67, nonostante
l'analisi psicologica del personaggio Dorsenne, prevale il tipo umano
e la tipizzazione sfocia in una convenzione di figurine alla moda
come la contessa Steno. Decisamente Bourget è un Barrili un po' meno
ingenuo.
P. 78-79, il tipo
umano descritto nel personaggio del conte Boleslas Gorka è
chiaramente simile ai personaggi di D'Annunzio, evidentemente un
modello comune agli scrittori “esteti” : “... Boleslas Gorka,
celebre come bell'uomo, ammirevole animale umano, sì fine e sì
forte, che aveva in sé secoli e secoli d'aristocrazia.” Fisico
asciutto, elegante, dalla lunga barba dai riflessi rossastri e
naturalmente “tombeur de femmes”, fuma sigarette russe come il
futuro Thomas Buddenbrook.
La maggior parte dei
personaggi è rigorosamente aristocratica e, come Dorsenne, afflitta
da sensibilità nervosa cronica ( vedi Alba Steno ).
P. 122, il ritratto
della signora Steno ( madre di Alba ) è del tipo convenzionale
ormai, alla Balzac, e che troviamo prodotto in serie nei romanzi
d'appendice di Anton Giulio Barrili, cioè la solita biondona coperta
di perle e smeraldi paragonata ai ritratti di Tiziano.
Il cap. V inizia con
l'analisi psicologica della contessa Steno, che rivela l'interesse
dell'autore proteso a sondare l'animo umano. Ma si tratta di
un'analisi da romanziere e i casi contemplati rientrano tutti nel
cliché delle figure da romanzo.
Nel cap. VI si nota
l'abilità psicologica del romanziere nel delineare la personalità
di Florenzio Chapron e la storia della sua formazione tenendo
presente le caratteristiche ereditarie e l'influsso dell'ambiente (
vedi Hippolyte Taine, Philosophie de l'art, 1893 )
P. 181, NB sia
Montfanon, il nobile reazionario amico di Dorsenne, che lo stesso
Dorsenne sono amici del conte Gobineau, “l'apostolo della teoria
delle razze” !
La macchinosa rete
che avviluppa un adulterio a un matrimonio combinato con le trame
sotterranee per evitare un duello ( cap. VI ), pur manifestando
l'abilità psicologica del narratore , riesce nondimeno gravosa al
lettore di romanzi, tranne, forse, a chi è abituato alla saggistica
freudiana.
P. 208, rassegna del
bel mondo che ricorda gli articoli giornalistici del D'Annunzio
mondano. E' evidente che il pubblico a cui questi scrittori si
rivolgono è lo stesso, quello dell'aristocrazia e della media
borghesia snob.
P. 212 e sg.
L'analisi psicologica di Lidia Maitland si estende per più pagine ed
è davvero magistrale, come l'incontro di lei e Maud Gorka viene
rappresentato nella sua evidenza drammatica, nella sua naturale
tensione emotiva. Bourget mostra una grande conoscenza del cuore
umano.
Anche l'analisi
dell'animo di Maud Gorka è condotta con grande sapienza, e suscita
il paragone con le analisi di caratteri più o meno contemporanee dei
romanzi di D'Annunzio, soprattutto Il piacere e il Trionfo
della morte. Questo gusto per l'analisi è un po' tipico
dell'epoca, da Tolstoj a Thomas Mann, celebrando la sua apoteosi con
Marcel Proust. Direi che per questo motivo la seconda metà del
romanzo è superiore alla prima.
Cap. VIII. La scena
del duplice duello è assai suggestiva, Bourget è senza dubbio un
abile narratore e sfrutta tutte le possibilità offerte
dall'intreccio e dai personaggi. D'altra parte, non manca di ottimi
maestri ( vedi Dumas ).
Il seguito di
analisi psicologiche nel colloquio tra Boleslas Gorka e sua moglie
Maud e poi in quello tra la contessa Steno e sua figlia Alba è opera
di un vero maestro. Il problema è che l'eccezionale capacità di
analisi viene esercitata su personaggi di per sé poco significativi
e poco complessi, di modo che si tratta più dell'analisi di una
singola passione che di un essere umano. La passione viene sceverata
e passata al setaccio, ma l'essere umano non ci appare in tutta la
sua molteplice vita spesso contraddittoria, infatti, se di
contraddizioni si tratta, sono sempre le contraddizioni di una
singola passione.
P. 281, soltanto
l'analisi dell'animo di Alba Steno non è soggetto al dominio di una
sola passione. Qui l'avanzare del dubbio e la progressiva caduta di
ogni possibile giustificazione vengono presentati nella loro cruda
inesorabilità e la complessità che ne deriva nei pensieri di Alba
corrisponde alla realtà della psiche. Qui direi che lo scrittore
esplica in modo completo il suo talento che è senza dubbio grande.
Così
inesorabilmente procede nella sua tragica spirale la scena della
rivelazione dell'adulterio di sua madre e di Maitland per opera della
perfida e infelice moglie di lui, Lydia, altro esempio di psiche
contorta che dà la misura della capacità notevole di analisi del
romanziere.
P. 341, l'analisi
psicologica è a tal punto rigorosa e scientifica che l'autore si
spinge fino a valutare l'importanza sul comportamento umano del peso
dell'ereditarietà. Qui siamo in bilico tra il Positivismo e i
trasalimenti nervosi dei Decadenti.
P. 345, la scena
dell'incontro tra Alba e lo scrittore Dorsenne, la confessione
d'amore della giovane destinata al suicidio, sono di rara efficacia,
Bourget sa calibrare perfettamente le dosi necessarie a ottenere come
nell'acme di una tragedia il pathos. E Dorsenne con la sua
cerebralità e aridità sentimentale è il tipo di esteta dilettante
alla Andrea Sperelli e nella sua freddezza quasi crudele assomiglia a
un altro giovane bello e insensibile, che provoca la morte
dell'innamorata, cioè Dorian Gray.
La narrazione del
suicidio di Alba è forse un po' prolissa e l'autore indugia troppo,
però la descrizione del laghetto di Porto è un quadro decisamente
suggestivo e degno del pennello di un Boecklin :
“... la superficie
del lago era così calma, che appena appena, a intervalli, un lieve e
silenzioso fremito increspava l'acqua nera, grave, densa, invasa dai
giunchi, coperta da lunghe e cupe foglie di piante acquatiche. E
dappertutto, intorno alla fanciulla, c'era un'immensa fioritura, come
una foresta di gigantesche canne rosee, mentre sull'altra sponda i
pini italici si ergevano, allungando, allargando le loro chiome nere
su un cielo turchino ove il sole cominciava ad abbassarsi, poiché
erano passate le cinque, e una nebbiolina lieve già biancheggiava
sul lago, - non nebbia, no, - un alito, un vapore di vapore, come per
velare il tono troppo metallico dell'acqua morta. Non un soffio di
vento faceva tremare le esili canne attraverso le quali saliva il
gracidare delle innumerevoli rane nascoste nell'erba. Talvolta una di
queste bestiole faceva un salto nel lago : era come il rumore di un
sasso che cade nell'acqua, uno sciacquio, il brivido di una ruga più
profonda, - poi lo specchio del vasto stagno riprendeva il suo
aspetto, di un fascino sinistro e incantevole in pari tempo.
Talvolta, invece, dei corvi volavano pel cielo, con grandi stridi,
andavano a posarsi su un prato a sinistra, a cui conduceva un viale
fiancheggiato di rose per il quale Alba era sopraggiunta, ed essa
aveva colto senza riflettere alcuni fiori di cui si era adornata il
petto, per un ultimo istinto di giovinezza e di civetteria anche
nella morte ! … La fine di quel pomeriggio così puro, quel lago
quasi fantasticamente immobile, quell'orizzonte tragico con un certo
carattere d'ineluttabilità sparso su tutte le cose, - tutto il
malinconico scenario di quell'istante supremo s'accordava in modo
così completo coi pensieri della fanciulla, che essa ne fu rapita.
C'era nell'atmosfera umida che a poco a poco la penetrava, un incanto
di sonno mortale a cui si abbandonò come in sogno, quasi con una
voluttà fisica, senza più volontà, assorbendo con tutto il suo
essere gli effluvi di febbre di quel luogo, uno dei più micidiali,
in quel tempo e in quell'ora, di tutta la pericolosa costa, finché
un brivido di freddo la scosse a un tratto, sotto la stoffa sottile
della sua camicetta da estate. Ella strinse le spalle, serrò i
denti, e quel subitaneo malessere fu per lei il segnale d'agire.
Prese il viale dei rosai in fiore per giungere a un punto della riva
spoglio di vegetazione dove si disegnava la forma di una barca. Lesta
lesta la sciolse, e, manovrando con le sue mani delicate i remi
pesanti, si avanzò fino in mezzo al lago.” (p. 353-354)
L'epilogo con il
dialogo tra Montfanon e Dorsenne e la requisitoria del primo contro i
sofismi dell'intellettuale decadente e algido costituiscono una sorta
di condanna dell'esteta, del dilettante di sensazioni, che era stato
invece celebrato da D'Annunzio. Ma anche Oscar Wilde esprime un
giudizio di condanna nei confronti di Dorian Gray, facendogli fare
una brutta fine. Però poi nella vita continuò a professarne le idee
e gli atteggiamenti.
Montfanon
costituisce l'alter ego di Dorsenne. E' il nobile attempato e legato
alla vecchia Francia. Cattolicissimo, oppone la forza della fede al
cinismo corrosivo del giovane amico. E alla fine del romanzo si
rivela una sorta di guida morale, il vecchio saggio che riesce con la
sua costante assistenza a porre Dorsenne sulla via dell'umanità e
della redenzione.
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