lunedì 15 luglio 2019

Pirandello, Ciascuno a suo modo


L'arte di Pirandello è tutta basata sul paradosso. Anche il titolo della raccolta di tutti i drammi, cioè Maschere nude, è un paradosso, perché è un ossimoro. Il paradosso è basato sul contrasto evidente tra due idee, così l'ossimoro, e infatti dice Pirandello che il suo umorismo è basato sul “sentimento del contrario”.
A parte dunque il retroterra culturale di Pirandello che è sicuramente vastissimo, da Nietzsche a Freud a Bergson, la sua arte è però molto semplice, essa consiste nel paradosso. E questo può avere un esito tragico come uno comico, basta sfruttarne a fondo il filone che è praticamente inesauribile. Questo spiega l'estrema prolificità di Pirandello.
Un altro elemento accattivante è l'abilità dialettica che rifulge sulla scena e richiama il dialogo socratico di Platone, dove spesso Socrate procede per antitesi, giochi di parole e paradossi. Questo elemento conferisce ai drammi di Pirandello un alone filosofico di indubbia originalità rispetto alle opere teatrali dell'epoca, ad es. quelle di D'Annunzio dove prevale la forza fatale della passione.
Tuttavia la frequente rottura della finzione scenica per rivelare l'interno meccanismo di essa, e che è a sua volta ancora finzione, risulta alla fine stucchevole. Se ciò gratifica inizialmente lo spettatore goloso di nuove trovate, secca però il lettore del testo che perde il filo degli avvenimenti.
Se viene soddisfatta l'ansia di novità del pubblico, è anche vero che il fine della poesia non è la “meraviglia”.
Così dopo la lettura di uno di questi drammi, come ad es. “Ciascuno a suo modo” o “Questa sera si recita a soggetto”, si torna a respirare d'un respiro un po' pacato e salutare dopo tanto ansimo, con la lettura d'un classico come “L'avaro” di Molière.

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