Francesco Petrarca Canzoniere
LII
Non al suo amante piú Diana piacque
quando per tal ventura tutta ignuda
la vide in mezzo de le gelide acque,
ch' a me la pastorella alpestra e cruda
posta a bagnar un leggiadretto velo,
ch' a l'aura il vago e biondo capel chiuda;
tal che mi fece, or quand'egli arde 'l cielo,
tutto tremar d'un amoroso gielo.
quando per tal ventura tutta ignuda
la vide in mezzo de le gelide acque,
ch' a me la pastorella alpestra e cruda
posta a bagnar un leggiadretto velo,
ch' a l'aura il vago e biondo capel chiuda;
tal che mi fece, or quand'egli arde 'l cielo,
tutto tremar d'un amoroso gielo.
Ugo Foscolo, Saggio sull’amore del Petrarca, VIII :
“ Alle illusioni di una passione pura seguitano i desiderii di un amore impaziente, che esce in parole ed in versi troppo chiari ond’essere citati, e che non sono comunemente osservati, perchè la tradizione ci reca a leggere il Petrarca con prevenzione che l’amore ne fosse platonico. Non venne ammesso in casa di Laura se non raramente, e solo parecchi anni dopo il primo loro incontro. «Io invecchio,» dic’egli, «ed ella invecchia. Comincio a perdere speranza, e pure il tempo sembrami passar lento, fino a che non ci verrà conceduto di stare insieme senza il timore di perderci:» — “
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