sabato 25 febbraio 2012

Scheda di lettura Laurence Sterne e David Hume



Laurence Sterne    A sentimental journey ( Viaggio sentimentale )   Milano, Rizzoli, 1995
                                       ( nella versione di Ugo Foscolo )
                                                            1768


Sterne è un incorreggibile dongiovanni, si veda il cap. XXXII, “ Il polso “ ( “ The pulse “ ). Il tono dell’opera è pervaso da uno “ humour “ tipicamente inglese.
Si noti questa osservazione, valida per tutte le donne e particolarmente per le grandi dame ( ad esempio la Clodia di Catullo ), pag. 344 ( trad. di Foscolo ) : “ S’era fatto mal credere a madame de V. ch’io mi fossi un esprit – Ella sì ch’ell’era un esprit, e spasimava di vedermi e d’udirmi; né io aveva preso una seggiola, che m’accorsi che per sincerarsi del mio spirito quella dama non avrebbe dato un pistacchio – ma che io invece era ammesso per far poi testimonio del suo – e Dio sia testimonio anche a me che conversando con essa non ho levato il sigillo a’ miei labbri. “ In amore il cavaliere non è che un ornamento, però Catullo non lo sapeva.
Cap. LXVI, “ The Bourbonnois “ ( pag. 364 ) : “ Dear sensibility ! “, è un inno alla sensibilità, unita alla ragionevolezza e alla consapevolezza dei limiti della natura umana che di molto supera tutti gli eccessi e i languori morbosi del romanticismo posteriore. L’epoca preromantica del Settecento appare ancora intrisa d’illuminismo, di quello non rigorosamente materialistico ma umanistico, qui non c’è l’urlo della passione ma la voce pacata, anche se melanconica, dell’uomo che sa d’essere soltanto uomo.
Federico Nietzsche in Umano, troppo umano ( 1878 ), vol. II, parte prima, n. 113 ( ed. Newton ), esprime un giudizio molto lusinghiero su Sterne, grande maestro dell’ambiguità, l’autore più duttile, mostrando una profonda conoscenza della letteratura moderna. Il pensatore tedesco dice : “ Egli fu    di una bonarietà spietata, e nei godimenti di una immaginazione barocca, anzi depravata, possedé quasi la timida grazia dell’innocenza. Una simile ambiguità, di carne e d’anima, una simile libertà di spirito in ogni singola fibra e muscolo del corpo : come possedé lui queste qualità, non le ha forse possedute nessun altro uomo. “  ( Pag. 736 )
In accordo con i sentimenti dello Sterne, il filosofo David Hume scrive nella Ricerca sui principi della morale (1751 ) ( Bari, Laterza, 1997 ) : “ … it is always found, that a warm concern for the interests of our species is attended with a delicate feeling of all moral distinctions … “ ( “ si è sempre trovato che un caloroso attaccamento per gli interessi della nostra specie è accompagnato da un fine avvertimento di tutte le distinzioni morali … “  trad. di Mario Dal Pra ).
D’altra parte, lo Hume in quest’opera manifesta uno spirito intriso di umanesimo nelle frequenti rimembranze del mondo classico, a pag. 132 cita Longino a proposito della magnanimità, della quale il sublime è un eco o una immagine ( fa riferimento al “ famoso silenzio di Aiace nell’Odissea “ ). Si noti che Longino scrive ( cap. 9 ) : “ ψος μεγαλοφροσύνης πήχημα “ e quindi Hume : “ The sublime … the echo or image of magnanimity “.
( Trad. inglese del sito Perseus ) “ and knowing as I did that our antagonist Philip himself, contending for empire and supremacy, had endured the loss of his eye, the fracture of his collar-bone, the mutilation of his hand and his leg, and was ready to sacrifice to the fortune of war any and every part of his body, if only the life of the shattered remnant should be a life of honor and renown? “
Hume traduce abbastanza fedelmente : “ Io vidi Filippo, colui col quale eravate in lotta, mentre, con lo scopo di conseguire impero e dominio, si esponeva risolutamente ad ogni ferita; il suo occhio sanguinava, aveva il collo contorto, un braccio ed una coscia trapassati, pronto a cedere allegramente alla fortuna quella qualsiasi parte del suo corpo le fosse piaciuto di prendergli, purché, con quanto gli rimaneva avesse potuto vivere onorato e glorioso. “ ( Mario Dal Pra ).



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