sabato 25 gennaio 2014

Istakar, 10




Occhio del serpente, cupi e immiti
sibili d'arcani dei freddi venti,
oh, nubi d'oro, attesa di fulgenti
alabastrine colonne agli inviti

di giochi e canti sotto le volte agili,
gigli irrompenti ai raggi fra i veli
sèrici, iridati specchi fragili
fra mille risa, sapidi cieli.

Nebuloso sonno, manto di maghi,
lubrico vagola ai sulfurei draghi
per arabeschi purpurei; invoca

voce il volo e le plaghe varca roca
del negromante e grida sovra il sangue
salso e inebria all'urlo il criseo angue.



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