Furioso
al fischio della frusta corri
corsiero
mio, corri e nitrisci igneo,
mordi
il vento marino. A rupi incorri,
ad
abissi viscosi e limo tigneo.
Giù,
dalla roccia va ed inventra
alla
bocca in crepolii sulfurei
là,
voragine di torce e murmurei
cori
di morti. Là, a Istakar entra !
Oh,
e dove sono delle mandore
l'aulite
voci, e dove le fronde
delle
cerule canne al caldo sole ?
Tra
le rovine muscose il candore
e
il gioco delle glauche chiome, sponde
sazie
di veli all'avide parole.
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